(Facchinetti-Negrini)
La tua valigia è li sul pavimento
ricordo il giorno quando l'hai portata
settimo piano quante scale eppure quanto ero contento
mentre scendevo quel mattino per aprirti la mia porta.
Entrasti come arriva un uragano
successe come quando passa il vento
ma io non ti capivo non ho mai capito niente
quel mondo che creavi intorno a me sembrava solo strano.
Ma ieri sera quando son tornato
c'era un silenzio che gelava il cuore
era un deserto un luogo abbandonato
piu niente intorno piu nessun rumore
ed inciampai nell'ombra di me stesso
in quella casa c'era tutto a posto
sulla valigia chiusa avevi messo due righe:
« Vengo a prenderla alle tre ».
È ancora notte ed io mi son svegliato
è strano risvegliarsi di traverso
in questo letto grande troppo grande grande come un prato
dove mi sento solo come un cane stupido e disperso.
La tua valigia è li sul pavimento
e odio la sua lunga ombra scura
è quasi l'alba nasce dietro le persiane un mondo di cemento
e questo giorno che ora nasce piano piano sì mi fa paura.
E quando un uomo scopre sul suo viso
lacrime calde chiare di bambino
tutto l'orgoglio muore all'improvviso
mi alzo ad un tratto vado a un tavolino
e su quel foglio gocce di sudore
gocce di pianto pochi segni scuri
ogni parola è un grido di dolore
ti chiedo scusa torna a casa amore.