NEI GIARDINI CHE NESSUNO SA
Lyrics/Music: Renato Fiacchini / Danilo Riccardi, Renato Fiacchini
Ed. Eico Publishing Ltd [Valletta [Malta)]
Disc: 2006_Io canto - 13 of 16 - 5:11 [Atlantic, 5051011729027]
Senti quella pelle ruvida,
un gran freddo dentro l'anima
fa fatica anche una lacrima a scendere giù
Troppe attese dietro l'angolo
gioie che non ti appartengono
questo tempo inconciliabile, gioca contro di te.
Ecco come si finisce poi
inchiodati a una finestra noi
spettatori malinconici
di felicità impossibili
Tanti viaggi rimandati e già
valigie vuote da un'eternità
quel dolore che non sai cos'è
solo lui non ti abbandonerà... mai, oh mai!
È un rifugio quel malessere
troppa fretta in quel tuo crescere
non si fanno più miracoli, adesso adesso non più
Non dar retta a quelle bambole
non toccare quelle pillole
quella suora ha un bel carattere
ci sa fare con le anime
Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi
l'energia, l'allegria, per strapparti ancora sorrisi
dirti sì, sempre sì, e riuscire a farti volare
dove vuoi, dove sai, senza più quel peso sul cuore
Nascondersi, le nuvole e quell'inverno che ti fa male
Curarti le ferite e poi, qualche dente in più per mangiare
E poi vederti ridere, e poi vederti correre ancora
Dimentica, c'è chi dimentica
distrattamente un fiore una domenica
e poi... silenzi
e poi... silenzi...
Nei giardini che nessuno sa
si respira l'inutilità
c'è rispetto, grande pulizia, è quasi follia
Non sai come è bello stringerti
ritrovarsi qui a difenderti
e vestirti e pettinarti sì
e sussurrarti non arrenderti
Nei giardini che nessuno sa
quanta vita si trascina qua
solo acciacchi, piccole anemie
siamo niente senza fantasie
Sorreggili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere
esili, fragili, non negargli un po' del tuo amore
stelle che ora tacciono, ma daranno un senso a quel cielo
gli uomini non brillano, se non sono stelle anche loro
Mani che ora tremano, perché il vento soffia più forte
non lasciarli adesso no, che non li sorprenda la morte
siamo noi gli inabili, che pur avendo a volte non diamo
dimentica, c'è chi dimentica
distrattamente un fiore, una domenica
e poi... silenzi
e poi... silenzi...
silenzi...